sabato 6 agosto 2016

Faber castel



Se camminando, accelero il passo
e poi prima una gamba e poi l’altra,
e poi passo dopo passo
corro, vado avanti,
e avanti a me
vedo il  mondo in movimento
passo dalla stasi
ad un labirinto aperto
e mentre cammino, porto a spasso i pensieri
li districo, li pettino come fossero capelli veri!
Pure rifletto
sul fatto che non siamo liberi
nemmeno quando corriamo
ma è bella l’illusione
che questa sensazione ci crea dentro.
Corro sull’asfalto, seguo le pieghe della strada
come circoscrivo i fatti della vita
ingrano chilometri e chilometri
poi mi guardo indietro e quello che vedo alle mie spalle
posso dirlo passato:
questo è il modo che ho scelto per dimenticare
le cose che non amo ricordare
e i dolori che desidero parcheggiare lontano da  me
quindi corro per segnare la distanza da un ciò che è indicibile, da un dolore arcaico
e in questa eterna passeggiata che  è la vita
ho provato a disegnarne i connotati
e ancora correndo mi sono resa conto
che fragile e tenera è la vita come la mina sgranata di un pastello faber castel
di prima qualità, perché proprio questa è la sua proprietà:
è capace di rompersi  se non la si maneggia con cura
o per una rara fatalità.

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